Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Pubblichiamo una riflessione che ci è sembrata molto significativa recuperata sulla rete: ''Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro: - Tu credi nella vita dopo il parto? - Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi. - Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? - Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con
le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. -Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. - Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui. - Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. - Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi. - Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? - Dove? Tutta intorno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. - Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. - Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...".
 In queste giornate più lunghe e luminose capita di percepire l’aria primaverile e di sentirsi “rinascere” insieme alla natura. Nonostante ciò, le modificazioni dei parametri meteorologici richiedono comunque uno sforzo di adattamento per il nostro organismo. Infatti l’aumento della temperatura e il prolungamento delle ore di luce, sono, per ragioni diverse, i responsabili della classica sensazione di stanchezza che in molti avvertiamo dal mese di marzo fino ad aprile. Alleggeriamoci con alcuni semplici ma efficaci esercizi di respirazione ed entriamo in sintonia con la primavera attraverso la meditazione. Vi suggerisco alcuni esercizi da poter fare a casa o all’aperto in mezzo alla natura, magari sotto un piacevole sole di tarda mattinata. Esegui questi esercizi da un minimo di 5 minuti a un massimo di 15 PREPARAZIONE Scegli un luogo tranquillo, se puoi all'aperto. Seduto o sdraiato comodamente a piedi nudi, porta l’attenzione sulle narici, fai tre respiri lenti e profondi, alla fine del terzo, durante l’espirazione chiudi gli occhi e lascia andare il respiro. Porta l’attenzione alle narici, osserva il respiro senza giudicarlo, ascolta e basta. E’ come deve essere in questo preciso momento. Osserva per alcuni istanti ogni sensazione fisica e mentale. Non lasciarti disturbare da pensieri o immagini mentali, osservali, prendine coscienza, accettali e torna sul respiro, lasciali andare. Porta l’attenzione al centro della fronte e inizia pure l’esercizio. Respirazione a quattro:inspira contando mentalmente fino a 4 trattieni l’aria nei polmoni contando fino a 3 espira contando fino a 4 resta in apnea, completamente svuotato contando fino a 3 Ripeti per alcune volte o giorni, fino a quando non senti di poter portare anche i tempi delle pause fino a 4. Quindi respira pure così: inspira contando mentalmente fino a 4 trattieni l’aria nei polmoni contando fino a 4 espira contando fino a 4 resta in apnea, completamente svuotato contando fino a 4 Meditazione del Sole Seduto o sdraiato comodamente se puoi senza vestiti oppure indossa abiti comodi di colore chiaro e resta a piedi nudi. Esponiti al sole, chiudi gli occhi, fai dieci respiri lenti e profondi ascoltando e seguendo l’aria che entra ed esce dalle narici. Rilassa le spalle e via via tutto il corpo, la mente lo seguirà… Normalizza il respiro lasciandolo andare. Porta l’attenzione al centro del petto, ascolta il battito del cuore, ascolta bene il tuo cuore, segui il suo ritmo. Ora percepisci il calore del sole sul tuo viso, senti il calore tra i battiti del tuo cuore. Ascolta quel sole che pulsa dal centro del tuo petto espande calore… Irradia tutto il corpo… Scalda, vivifica, guarisce! L’energia scioglie ogni tensione del corpo. Il calore scioglie ogni residuo di tensione emotiva. Goditi il calore, la luce del sole che splende e pulsa dal tuo petto. ConsigliNon forzare e non sforzare nulla, sii attento ma rilassato. Asseconda ogni bisogno del corpo e non avere fretta. Esegui un solo esercizio per volta senza modificare nessuna parte, evita di superare i 15 minuti per ogni esercizio, conta la costanza non la durata. di Sandro Angelini
 I Yantra sono strumenti che servono per la meditazione, sia per centrarsi che per canalizzare l'energia di una certa divinità. Yantra è il corpo o la forma della divinità (devata), mentre il mantra è la mente, la coscienza, lo spirito. Yantra è l'espressione visiva esterna, attraverso il quale la divinità riceve devozione. Quando un yantra viene adottato per il culto e l'energia è invocata in esso, questo diventa il simbolo della divinità ed effettivamente diventa la divinità stessa se la persona abbandona il suo atteggiamento critico. Ogni yantra diventa la dimora della divinità che rappresenta. Nessun idolo o immagine è potente come un yantra in meditazione, perché è composto di figure archetipiche. La parola yantra è utilizzato in diversi modi in sanscrito. Esso deriva dalla radice yam, che significa sostenere o possedere l'essenza di un oggetto o un concetto. La sillaba 'tra' deriva da 'trana' o liberazione dalla schiavitù. Yantra significa anche liberazione dal ciclo delle nascite (moksha). Come strumento di meditazione un yantra è usato per ritirare la coscienza dal mondo esterno, in modo da aiutare il praticante ad andare oltre il normale stato della mente verso uno stato alterato di coscienza noto come turiya. L'atto di disegnare uno yantra insegna alla mente come concentrarsi. Per alcune persone la pratica del disegno dei yantra è affascinante e coinvolgente, mentre per altri potrebbe non essere altrettanto interessante, ma la creazione di un yantra può essere una lezione preziosa. Il disegno richiede precisione, esattezza, disciplina, concentrazione, pulizia e pazienza. Le forme geometriche del yantra attivano l'emisfero destro del cervello, che è visivo e non verbale. Un punto nero su uno sfondo bianco è il più preciso e potente yantra per la meditazione. Il punto (bindu) è il centro del yantra. Esso indica l'unità, l'origine, il principio della manifestazione e di emanazione. Anche se in teoria un vero punto non ha nessun dimensione, ma si è tenuto conto dell'entità più piccola disegnabile. Questo punto è il primo passo per visualizzare l'astratto, il senza forma. La meditazione o la concentrazione su questo punto porta la mente verso la concentrazione astratta che viene utilizzata come mezzo di autorealizzazione. Un cerchio è l'estensione di un punto. Con il raggio del desiderio, il punto disegna un cerchio intorno a sé e si espande. Tuttavia, il cerchio crea anche una coscienza individuale fuori della coscienza cosmica. Dopo il punto e il cerchio, il triangolo è la forma più semplice di yantra. I triangoli richiamano l'attenzione lontano dal mondo. In questo modo i yantra hanno una grammatica propria. I Yantra che rappresentano forme della madre divina sono chiamati Yantra Shakta. I Yantra possono anche essere correlati a Vishnu e Shiva. Nella maggior parte dei casi le loro forme sono simili ai Shakta Yantra, ma i colori sono diversi. I Yantra sono inoltre utilzzati per la costruzione della base dei templi. I Yantra astrologici sono utilizzati nel lavoro con l'energia dei nove pianeti. I Yantra numerici non sono composti di forme geometriche di base, ma da numeri. Alcuni di questi yantra sono usati come talismani. Quando si lavora con un yantra, è necessario un mantra per richiamare la forza della particolare divinità. La costruzione di un yantra richiede l'immaginazione visuale che coinvolge l'emisfero destro del cervello. La natura simbolica del yantra attiva l'emisfero sinistro. I praticanti del tantra combinano l'utilizzo di yantra con il suono di un mantra per raggiungere uno stato superiore di coscienza individuale e universale, in cui sono uno. La dicotomia degli emisferi è quindi risolta. In particolare gli occidentali usano più l'emisfero sinistro a scapito di quello destro e tutto ciò provoca una minore fantasia e fede nei valori superiori. L'emisfero destro si sviluppa attraverso l'arte, la danza e la musica ed è necessario per ristabilire l'equilibrio. Disegnando i yantra, basati sulla perfezione matematica dei saggi dell'Oriente, gli occidentali possono far lavorarare contemporaneamente i due emisferi, sviluppando calma, fede e consapevolezza.
 Il karma vive con noi, il karma è parte della nostra vita fin dal momento della nostra nascita al quello della nostra morte, perché ogni volta che facciamo qualcosa o ogni volta che non facciamo qualcosa, si genera karma. Naturalmente non si generasempre lo stesso karma, c'è una sorta di karma che ci lega e ci incatena a questa vita, e un altro tipo che invece ci libera dal ciclo di reincarnazione. Il karma che ci incatena, è noto come Vishayakarma, e produce miseria e la mancanza di pace interiore, mentre il karma generato dalle azioni buone o azioni disinteressate, è conosciuto come Sreyokarma che ci permette di raggiungere la prosperità e la felicità dell'anima. Ogni volta che ci troviamo di fronte una attività con il desiderio di ottenere un certo risultato, questo ci getta tra le braccia del desiderio, l'avidità e dei demoni dell'ego, mentre solo le azioni pure che facciamo per amore, senza avere aspettative, sono il genere di azioni che ci conducono a poco a poco verso l'illuminazione e la liberazione. Coloro la cui natura permette di svolgere azioni disinteressate, si rendono conto che Dio gli fornisce di tutto ciò che di cui hanno bisogno e di tutto ciò che conferisce pace interiore. Un'altra forma per conseguire l'agognata pace interiore è la meditazione. Forse vi chiederete perché? Perché la meditazione è così importante? Perché l'uomo agisce sempre su due dimensioni, la dimensione esterna governata dai sensi fisici, e la dimensione interna disciplinata dall'intelligenza e la mente. La coscienza non può muoversi da sola, ma deve deve essere guidata dall'intelligenza e della mente, che sono connesse con il mondo esterno, e sono come i buoi che tirano una carrozza. Questi buoi sono ansiosi di cominciare a camminare, ma per portarci verso la giusta destinazione devono essere educati e guidati lungo le strade che sono la Verità, la Giustizia, la Pace e l'Amore. Quindi per liberarci dalla schiavitù del karma, è necessario insegnare all'intelligenza e alla mente come trascinare la coscienza interiore, e questo viene realizzato attraverso le pratiche della meditazione e la ripetizione del nome di Dio ( Namasmarana). E la coscienza, per essere in grado di guidare i buoi dell'intelligenza e della mente, deve calmare e controllare i desideri contrastanti che infestano la mente, e questo si ottiene quando si impara a focalizzare la nostra attenzione in una sola direzione. E' facile comprendere i benefici della meditazione. Chi intraprende un compito, sa che solo quando concentra i suoi sforzi verso un unico punto, può raggiungere il successo desiderato. Anche i compiti più insignificanti richiedono concentrazione, e la potenza di uno sforzo inamovibile è così forte, che anche le peggiori difficoltà vengono superate. Quando pratichiamo la meditazione, la mente impara a togliere l'attenzione dagli oggetti materiali, la vita acquista un nuovo splendore, diventiamo consapevoli dell'essenza divina che è dentro di noi e giungiamo ad uno stato di beatitudine. Per approfondire si consiglia il testo:
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