Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 11/02/2012 @ 20:42:22, in Yoga, linkato 6920 volte)
Una domanda che spesso viene rivolta agli istruttori è: "lo Yoga fa dimagrire?". La risposta naturalmente è Si, lo Yoga fa dimagrire! Lo yoga aiuta a riportare equilibrio nel corpo e la sua pratica regolare, 2-3 volte la settimana, può apportare effetti tangibili come la perdita di peso e la tonificazione dei muscoli. In generale la formula magica per dimagrire è muoversi di più e mangiare meno, e in questo lo yoga può aiutare sia sul lato fisico sia su quello mentale. La pratica regolare infatti, oltre a bruciare calorie può aiutare ad avere un miglior equilibrio mentale contribuendo al risolvere i problemi di alimentazione ma ad un livello più profondo. Come lo yoga può contribuire a raggiungere la forma fisica.Ci sono molte variabili in gioco ma uno studio recente USA indica che i muscoli stirati con lo stretching diventano più grandi e estraggono più ossigeno lavorando più velocemente ed efficacemente. In altre parole praticando yoga, aumenti la forza e la resistenza dei tuoi muscoli. Non tutti gli stili di yoga sono aerobici, se tu pratichi intensamente vinyasa o astanga, tu puoi portare le tue pulsazioni in un range aerobico. Tali sequenze sono molto utili ai fini della perdita di peso. Chiunque abbia praticato la sequenza del saluto al sole o altre sequenze dinamiche sa quanto è possibile sudare o aumentare i battiti cardiaci. Molte asana, soprattutto in piedi, di equilibrio e quelle capovolte, implicano un bel pò di sforzo perché richiedono contrazioni isometriche sostenute di molti muscoli allo stesso tempo, e se si tengono le posizione più a lungo, questo aumenta l'effetto. Gli studi hanno scoperto che lo yoga può abbassare la frequenza cardiaca a riposo, aumentare la resistenza e migliorare lassorbimento di ossigeno, tutti sintomi di una migliore forma fisica L'aspetto mentaleMa per dimagrire non bisogna considerare solo l'aspetto fisico, ma anche l'aspetto mentale. Lo yoga ci aiuta a rilassarci mentalmente abbassando la secrezione gli ormoni che vengono rilasciati nel corpo quando siamo stressati. Lo stress è, purtroppo, uno stato cronico di per molti, soprattutto nelle nostre città. Studi hanno dimostrato che quando siamo stressati, arrabbiati o turbati si tende a mangiare in modo maniacale, e la maggior parte di noi inquesti casi non scegli i cibi più salutari. Il corpo assimila tutte quelle calorie extra e li distribuisce sotto forma di grasso nell'addome, contribuendo ad aumentare di peso e aumentare il nostro rischio di malattie. Lo yoga può aiutarci a mangaire in modo più consapevole, scegliendo cibi sani e naturali che alimentano l'energia del nostro corpo. Prestando attenzione ai segnali del corpo sul tappeto yoga, ed imparando a distinguere tra pensieri ed emozioni, possiamo imparare il ritmo del nostro corpo e comprendere quando mangiare e quanto. Le scelte alimentari superficiali, guidate dalla convenienza piuttosto che dalla qualità, spesso contribuiscono all'aumento di peso. Una presa di coscienza del momento presente e la pratica della consapevolezza può aiutare a gustare ogni boccone di cibo creando un senso di appagamento, invece di ingurgitare qualsiasi cosa che ci capita alimentando la nostra insoddisfazione. Lo yoga può aiutare a portare cambiamenti nella nostra vita e, soprattutto, a sostenere e supportare tali cambiamenti. Gli antichi Yogi avevano una parola, tapas che è il termine sanscrito per "calore", e si riferisce al fuoco, la disciplina alla dedizione che alimenta la pratica dello Yoga. Questo principio può essere esteso a tutta la nostra vita per vincere l'inerzia o la resistenza al cambiamento. E' possibile senza sforzi particolari per cambiare le cose, si inizia a mangiare meglio, fare più esercizio fisico, o siamo finalmente in grado di controllare il nostro peso in eccesso. Come raggiungere i risultatiSe vuoi raggiungere - e restare - fisicamente e mentalmente in forma, assicurati che il tipo di yoga praticato comprenda un mix di posizioni che richiedono forza, resistenza e flessibilità, insieme a tecniche di respirazione e di meditazione per aiutare a sviluppare la consapevolezza del corpo. Cerca corsi di yoga nella tua zona che toccano tutti questi aspetti o in ultima analisi lavora con un dvd a casa. Ma, se pratichi yoga per meno di un'ora due volte a settimana, sarà probabilmente necessario fare esercizio fisico di intensità moderata, come camminare o nuotare, o aumentare la durata delle sedute yoga o la frequenza per ottenere la perdita di peso. Come per qualsiasi attività, l'impegno e la coerenza è fondamentale. Per approfondire:
Di Admin (del 10/02/2012 @ 20:21:26, in Yoga, linkato 2683 volte)
Vastu è un'antica scienza indiana che indica come organizzare la propria abitazione o il proprio luogo di lavoro, in modo armonico con gli elementi naturali per trarne beneficio per la salute e lo stato psico-emotivo. Vastu mette insieme la scienza, l'arte, l'astronomia e l'astrologia. Esso combina i cinque elementi della naura e li bilancia con l'uomo e i materiali. I saggi conoscevano come operare con i campi magnetici emessi della Terra, della galassia, le direzioni e le velocità dei venti, la luce e il calore del sole e racchiusero tutte queste conoscenze nel Vaastu Shastra. I cinque elementi terra, aria, fuoco, acqua, energia e lo spazio sono legati con le direzioni. La Terra, bhumi, è associata al sud-ovest, l'aria, vayu, al nord-ovest, il Fuoco, agni, a sud-est, e l'acqua, Jala, al nord-est. Lo Spazio, Akasha, è al centro. "Vastu" significa energia o sostanza eterna. "Vaastu" è la forma della materia, incluso lo spazio che la riempie. La forma e lo spazio sono intimamente collegati e si influenzano a vicenda. L'espressione sanscrita, "Vastu Reva Vaastu," significa che la coscienza pura senza limiti, la fonte non manifesta del creato, si trasforma nel mondo materiale. In altre parole, come diceva Einstein, l'energia diventa materia. Queste leggi naturali, o meccaniche della creazione, sono utilizzati nel Vastu. Vastu deriva dalla stessa tradizione dello yoga, dall'Ayurveda, e l'astrologia vedica. Vastu è lo yoga del design, che porta equilibrio, salute, armonia, pace interiore, ordine e unità. La meditazione permette di avere esperienza della coscienza pura, il Vastu può migliorare questo e ci collega con la sorgente attraverso la corretta progettazione degli ambienti in cui pratichiamo. L' Ayurveda, la scienza della vita, è la conoscenza della salute del corpo. Il Vastu consente di creare edifici sani: questo influenza profondamente la nostra salute e il nostro benessere emotivo. L'astrologia vedica ci fornisce la conoscenza delle influenze cosmiche sulle nostre vite, emozioni, relazioni, carriera, e la salute. Applicando le raccomandazioni del Vastu riusciremo a influenzare postivamente tutti questi aspetti. Il Vastu raccomanda fortemente che nell'abitazione ci sia abbondanza: - di luce naturale - di aria pura continuamente ricambiata con l'esterno - di acqua per bere e per le altre attività Vastu riconosce i cinque elementi della creazione che, se opportunamente organizzati, migliorano il flusso di prana, la forza vitale universale, all'interno di un edificio. Onorare la natura è un fare sacro e il rispetto e la cura del nostro ambiente naturale è un dovere sacro, abbiamo visto tutti il risultato dell'ignorare tutto ciò. Per approfondire:
Di Admin (del 09/02/2012 @ 19:24:49, in Yoga, linkato 5227 volte)
Certo, ti illustro la mia esperienza: sentire!
Cosa significa?
Inizio ad ascoltare, a sentire ciò che il mio corpo invia, quali segnali manda, ascolto letteralmente ciò che arriva. Mi spiego in termini semplici: cammino e sento come il piede poggia a terra, percepisco l'azione che compio in modo preciso, con la mia presenza, con tutta la mia attenzione, sono nell'azione. Questo stare nell'azione, sia fisica di movimento che statica, di semplice percezione, ha un effetto sul mio cervello di purificazione, ovvero se sono presente a me stesso qualcosa accade.
Attenzione, consapevolezza, coscienza e conoscenza: ricordi?
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Oggi molti parlano di miracoli, di angeli, santi e demoni, ed il miracolo più importante che "ogni giorno" accade è che il mio corpo muore e rinasce, le cellule si riformano senza che io intervenga, c'è una forza interiore che forma il mio volto ogni giorno, e lo stesso accade alla mia pelle ed ai miei organi, fisici, concreti, reali.
C'è un'essenza che sa cosa fare, io sto da un'altra parte!
Quando sono nell'azione qualcosa fiorisce, in termini che puoi sentire imparando ad essere presente a te stesso: yoga significa unione, ma unione di cosa?
Cosa si unisce?
Unione degli opposti?
Unione dell'anima individuale con l'anima universale?
Unione dell'umano col divino?
Stiamo lavorando con il Senza Nome, il Senza Forma: in passato tutte le tradizioni hanno dato un loro colore a questa ricerca, l'Uno, la Luce, la Monade, Ain sof, Yahweh, e via dicendo... ed alla fine tutte erano lì, vicine ad individuare una forza, un'essenza che non può essere definita se non per comodità. La fisica quantistica conferma tali eventi, così come da Tolomeo a Copernico l'uomo ha cercato di capire ciò che accade e perchè, e nell'universo e dentro di sé.
Siamo una macchina biologica perfetta, un laboratorio chimico meraviglioso: possiamo rendercene conto vivendo in questa vita in modo presente, da svegli e non dormienti, e per essere sveglio investo energia che recupero dal superfluo, poi l'indirizzo dove c'è passione, gioia di vivere, amore. L'essere svegli è un concetto altrettanto comune ad ogni tradizione: il Cristo dice alle vergini di stare sveglie, di tenere la lampada accesa perchè non sanno quando lo sposo verrà! Svegli, attenti, vigili a se stessi in ogni momento!
Il Buddha si "risveglia"! E' illuminato.
Certo posso meditare un quarto d'ora, con gli occhi chiusi mi faccio un bel film: non sono presente a me stesso, non sono consapevole di ciò che accade nel mio corpo;
per cui inizio dalle “banalità”, ho fame, ho sonno, sento la fame, sento la sete, gusto l'acqua che bevo, la gusto sulle labbra, sulla lingua, sotto il palato, ai lati interni delle guance e poi giù fresca che scende nello stomaco... posso realmente meditare in ogni momento: meditare è compiere un'azione precisa dentro di me, nel mio mezzo, nel mio centro ci sono, sono presente, sono lì stabile, e costruisco quello che in quarta via viene definito un "centro di gravità permanente" dove inizia a formarsi qualcosa di diverso, dove il piccolo "io" inizia a farsi da parte, dove sento qualcosa di intimo, di profondo.
Cambio lo sguardo e osservo quali pensieri e quali azioni giungono spontanei nella giornata, e aspetto senza giudicarmi, senza chiedermi nulla.
L'inaspettato, l'imprevisto sono il lievito dell'esistenza, un lievito che possiamo coltivare dando spazio alla creatività, mettendo in campo soluzioni nuove, accendendo l'intuizione, in un batter di ciglia…
Per approfondire:
La macchina biologica umana. La trasformazione dell'essere umano
Gold E. J.
di Licio Proclo
Di Admin (del 07/02/2012 @ 23:03:02, in Yoga, linkato 3247 volte)
Il Trataka è un tecnica Yoga che ha l'obiettivo di sviluppare la concentrazione ed il focus mentale spesso come preludio alla meditazione. Ci sono generalmente due forme di Trataka, una esterna Bahiranga ed una interna Antaranga. Bahiranga si attua fissando un oggetto o un simbolo, Antaranga invece presuppone una visualizzazione interna dell'oggetto. Con la pratica regolare di questa tecnica è possibile sviluppare grandi capacità di concentrazione ed il risveglio di facoltà nascoste. TecnicaLa tecnica di Trataka più semplice è la seguente: Siediti in una posizione comoda possibilmente in una stanza buia. Piazza una candela accessa a circa 70 centimetri dal tuo viso. Distendi la colonna vertebrale rilassa il corpo e chiudi gli occhi. Sii consapevole del tuo corpo fisico. Lascia che il tuo corpo sia immobile come una statua. Una volta trovata la posizione comoda cerca di non muovere il tuo corpo per tutta la durata della pratica. Quando sei pronto apri gli occhi e fissa la parte superiore della fiamma. Con il tempo sarai in grado di fissarla per qualche minuto senza muovere gli occhi o chiudere le palpebre. Continuta a fissare la fiamma con concentrazione totale. Tutta l'attenzione deve essere centrata sullo sguardo tralasciando il corpo. Fissa la candela finchè gli occhi diventano stanchi o si bagnano, allora chiudili e rilassali. Non muovere il corpo, ma resta consapevole dell'immagine della fiamma che resta quando chiudi gli occhi, l'impressione della luce sulla retina. Allo stesso modo dovresti praticare il Trataka su questa immagine portandola al centro della fronte. Appena l'immagine svanisce riprendi a concentrarti sulla fiamma della candela esterna. Il Trataka può essere praticato anche su un punto, sulla luna piena, un'ombra, una sfera di cristallo, uno shiva lingam, ecc..Chi ha una deità di riferimento o un guru può utilizzarne un'immagine. Il Trataka può anche essere praticato sul sole che sorge, sulla propria immagine nello specchio o gli occhi di un'altra persona, tuttavia in questi casi sarebbe ideale praticarlo sotto la guida di un maestro esperto. Durata In genere 15 o 20 minuti sono sufficienti. I sofferenti di insonnia possono praticare questa tecnica per 15 minuti prima di andare a dormire. Il miglior momento per praticare il trataka è tra le 4 e le 6 del mattino dopo le asana ed il pranayama. Lo stomaco dovrebbe essere vuoto in modo da migliorare la concentrazione. Con la pratica migliorerà la capacità di restare più a lungo con gli occhi fissi e aperti. BeneficiFisicamente il Trataka può correggere alcuni difetti visivi. Mentalmente migliora la stabilità dei nervi, rimuove l'insonnia e rilassa la mente stressata, sviluppa la concentrazione. Gli occhi sono la porta della mente, quando si fissano allo stesso modo la mente si fissa. Il Trataka è uno dei metodi più potenti per il controllo dei vortici mentali.
Il Temazcal, la "casa del fuoco" è sopravvissuto fino ai giorni nostri dall'epoca pre-ispanica, nella forma di bagno salutare o come spazio di preghiera. Originariamente era siti presso luoghi con un certo calore spirituale: montagne sacre, foreste, luoghi di potere, templi o case di guarigione. Il Temazcal è costruito con la forma di un cerchio coperto con materiali naturali, pali di legno, pelli, pietre, argilla. Per produrre il calore, vengono riscaldate delle pietre vulcaniche piazzate in un falò che generalmente è situato al lato opposto del Temazcal, e poi sono piazzate in una fossa al centro. Le dimensioni del Temazcal possono variare, in funzione della cerimonia da svolgere. Il Temazcal rappresenta il grembo della Madre Terra dove viene ricreato il momento primordiale della nascita o della rinascita. Il caldo umido, le erbe medicinali, l'ozonizzazione dell'atmosfera e le pietre vulcaniche incandescenti al buio, tra gli altri hanno i seguenti effetti: aiuta ad eliminare le tossine, aiuta la circolazione del sangue, purifica l'apparato digerente, guarisce i muscoli atrofizzati, pulisce le vie respiratorie, rafforza la pelle, riduce disturbi epatici, rilassa il sistema nervoso, guarisce i sintomi premestruali, riduce la dimensione delle cisti ovariche, diminuisce problemi alle ossa, aiuta a perdere peso, riposa gli occhi, invita all'introspezione e la riflessione. Attualmente, la maggior parte dei Temazcal offrono i benefici della terapia a vapore moderna. Ma considerando che gli uomini sono i semi di Madre Terra, i temazcaleros, le guide Temazcal, sciamani e terapeuti allo stesso tempo, impiegano buona parte dei loro sforzi per condurre la pratica di questa antica terapia di guarigione ad un livello di esperienza spirituale. Per approfondire:
Di Admin (del 05/02/2012 @ 22:54:56, in Yoga, linkato 2001 volte)
Il respiro è un processo vitale che accompagna l'uomo tutta la vita, dalla nascita alla morte. La sua funzione principale è fornire l'ossigeno a tutti gli organi e le cellule del corpo. Il tempo massimo che una persona può vivere senza ossigeno è di circa 4 minuti, infatti tutti i processi metabolici necessitano di ossigeno. L'ossigeno è vita, una forza vitale, e l'energia che contiene viene chiamata Prana. Il processo di controllo del Prana è chiamato Pranayama, quindi quest'ultimo è la scienza legata al controllo e alla distribuzione dell'energia all'interno del corpo. La respirazione è il processo che consente di incamerare questa energia e rimuovere le scorie prodotte dal nostro corpo e dalla mente. Generalmente la respirazione pevedere inalazione ed esalazione dell'aria, ma il pranayama include anche la ritenzione del respiro ( Kumbaka). La ritenzione può essere sia a polmoni pieni ( puraka) che a polmoni vuoti ( rechaka). I testi antichi sostengono che la ritenzione dell'aria incrementa il livello di prana nel corpo ed inoltre ne regolano il flusso. Così il pranayama aiuta a rimuovere vari disturbi e può rallentare il processo di invecchiamento del corpo. La mente, composta di pensieri ed emozioni, è strettamente correlata con il respiro. Quando la mente è calma allora il respiro è regolare e lento. Se sei invece stressato il respiro è veloce e superficiale. Quando sei arrabbiato il respiro diventa veloce e forte, nella depressione è caratterizzata da sospiri, ecc. Quindi gli stati mentali ed emozionali influenzano il respiro. Tutti i processi e gli organi come il cuore, il cervello, gli organi digerenti, le ghiandole endocrine nel corpo hanno un ritmo. Anche oil respiro ha un ritmo specifico. Pranayama è il processo di controllo del ritmo della respirazione agendo sull'inalazione, l'esalazione e le ritenzioni. Nella respirazione vengono usati il diaframma ed i muscoli intercostali. La respirazione diaframmatica è chiamata respirazione verticale ed è considerata un modo più efficace di inalare aria rispetto alla respirazione orizzontale che interessa solo la parte alta del torace. Nel Pranayama si dovrebbe utilizzare il diaframma in modo efficace per inalare più ossigeno possibile senza crare uno sforzo eccessivo. Il diaframma è collegato con gli organi come il cuore, il fegato, la milza, il pancreas e lo stomaco. Un efficace movimento del diaframma ha effetti positivi sul funzionamento di questi organi. Per approfondimenti si consiglia la lettura del testo:
Di Admin (del 05/02/2012 @ 19:49:31, in Yoga, linkato 2533 volte)
Lo yoga tantrico è una delle otto principali forme di yoga spesso chiamata Tantra Yoga o Tantrismo. Il Tantra Yoga ha due grandi correnti: il tantra della mano sinistra e il tantra delle manno destra. Il Tantra della mano destra è in relazione a pratiche di natura sessuale, ed è quello più noto al pubblico almeno nei suoi aspetti di superfice. Il tantra della mano detra invece prevede inceve delle pratiche mentali. Una delle traduzioni della parola Tantra è espansione oltre i limiti. Esso intressa circa 33 aree del vivere come la respirazione, il cucinare, la gestione del denaro, il matrimonio, ecc..Il sesso è solo un piccolo aspetto del tantra, comparato alla vastita degli argomenti che tratta. Il Tantra Yoga è quindi più una disciplina segreta che un esercizio, poichè non si può imparare dai libri. Per studiarlo sarebbe necessario entrare in contatto con un vero maestro tantrico che ha questa conoscenza. Durante la pratica del tantra il guru siede con la mente pura, che significa è libera da desideri e pensieri impuri. Per diventare un adepto del Tantra è necessario esser dotati di fede, purezza, lealtà, distacco, coraggio, umiltà, e devozione al guru. Molte delle posizioni del Tantra Yoga sono simili a quelle di altri stili. Tuttavia la differenza sta in cosa si "porta" nelle posture, e nella consapevolezza che si raggiunge nella pratica. La pratica del rilassamento gioca un ruolo importante nell'accedere ai benifici del Tantra. I guru guidano attraverso i movimenti insegnando a come aprirsi ad una vita più completa e realizzata. Per approfondie l'argomento si consiglia la lettura del testo:
Di Admin (del 05/02/2012 @ 18:23:05, in Yoga, linkato 2145 volte)
Medici, terapisti e guru sempre più spesso consigliano tecniche di rilassamento come rimedio per distendere i nervi, problemi di pressione e traumi emotivi. Ma pochi conosco o diffondono il giusto metodo per rilassarsi. Yoga Nidra sembra essere la risposta ciò. Sebbene sia già citato in antichi testi tantrici, esso è stato riscoperto circa 30 anni fa da Swami Satyananda Saraswati, fondatore della Bihar School of Yoga a Munger, nell'est dell'India. Egli descrive lo Yoga Nidra come un metodo sistematico per indurre il completo rilassamento fisico, mentale ed emozionale, mantenendo allo stesso tempo la consapevolezza a livelli più profondi. Infatti la pratica è così rilassante che diventa davvero difficile restare svegli. Ma dopo ti sentirai molto più riposato di una notte di sonno e pieno di energie per affrontare i problemi quotidiani.Satyananda afferma che lo stato prolungato tra sonno e veglia, può avere benefici incredibili oltre quelli terapeutici. Lo Yoga Nidra viene praticato in posizione distesa possibilmente Shavasana (o posizione del cadavere) ed ascoltando le parole dell'istruttore. Naturalmente si può utilizzare una delle registrazioni già pronte che si trovano in commercio ( qui puoi trovarne qualcuno) o registrarsele da soli. Nella prima parte della pratica vengono progressivamente rilassati i muscoli e portando l'attenzione velocemente a diverse parti del corpo. Questo è seguito dalla presa di consapevolezza di sensazioni di polarità opposta, come leggerezza e pesantezza, ecc. L'ultima fase è una rapida visualizzazione di alcune immagini e simboli astratti. Ma qual'è lo scopo di ogni fase della pratica? Dalla neurofisiologia noi sappiamo che ogni parte del corpo ha un differente centro di controllo nel cervello, curiosamente parti piccolo come le dita hanno delle vaste aree del cervello a loro dedicate. I movimenti di consapevolezzza attraverso le varie parti non solo le rilassano, ma puliscono anche le connessioni nervose col cervello. L'alternanza di sensazioni opposte come caldo e freddo, pesantezza e leggerezza, aiutano il corpo a migliorare la capacità di recuperare equilibrio e consapevolizzare le funzioni involontarie dello stesso. La visualizzazione di simboli serve per creare delle reazioni nella nostra mente inconscia. Ma poichè non è dato abbastanza tempo alla mente conscia di reagire, si resta scollegati e l'ego diventa temporaneamente inattivo. Questa fase aiuta a risolvere conflitti interni, desideri, memorie tossiche e samskara. In ogni sessione si può anche esprimere un sankalpa (un intento). Dovrebbe essere una breve affermazione formulata con linguaggio positivo ed al tempo presente. Per esempio potrebbe essere: "Voglio porre maggiore attenzione nei rapporti con i miei figli". Questa affermazione viene seminata profondamente nel subconscio e potrà generarei suoi frutti nel tempo. Per approfondimenti si consiglia la lettura del seguente testo:
Di Admin (del 05/02/2012 @ 12:48:06, in Nada Yoga, linkato 1734 volte)
La fondamentale, o suono base, è la nostra memoria, il nostro centro, la stabilità. Ogni armonica rappresenta una qualità psicofisica. La difficoltà iniziale consiste nel raggiungere la coscienza armonica, cioè nell'imparare a riconoscere gli armonici, tanto interconnessi nel suono da essere difficilmente distinguibili. La coscienza armonica consente di risvegliare le potenzialità presenti in noi. E' il cosiddetto terzo orecchio. Il cantante di armonici ha appunto il compito di sensibilizzare l'ascoltatore. Il risveglio comincia dai suoni vocalici. Molti testi esoterici - egizi ed ebraici, arabi e sanscriti, greci e latini, cinesi e giapponesi - fanno riferimento al canto di particolari serie di suoni vocalici. Al di là del profondo significato religioso, parole come Om ed Amen, Alleluia ed Allah, Elohim ed Eleison sono ricche di suoni vocalici, quindi ricche di armonici, e dunque con un grande effetto psicofisico oltre che spirituale. Nello “Yoga Sutra", Patanjali scrive che ogni qualvolta c'è una manifestazione della coscienza, c'è una particolare vibrazione; esiste cioè corrispondenza tra il tipo di vibrazione e lo stato di coscienza in cui si trova una persona. Molti grandi mistici del passato erano anche musicisti e molte scuole utilizzavano l’esercizio basato sui suoni e lo studio degli armonici come strumento per comprendere i fenomeni dell’universo. La scuola fondata da Pitagora operava a tre livelli d’iniziazione. Il primo livello, quello degli “acoustici”, insegnava a riconoscere e a mettere in pratica le varie proporzioni musicali. Il secondo livello, quello dei “matematici”, approfondiva il discorso con la conoscenza dei numeri ma anche con la purificazione individuale e l’autocontrollo mentale. Prima di accedere al livello successivo era necessario che il discepolo fosse pienamente consapevole del corpo e nello spirito e delle responsabilità alle sacre informazioni che stava per ricevere. Il terzo e più alto livello d’iniziazione quello degli “electi”, portava all’apprendimento di procedimenti segreti di trasformazione fisica di guarigione con il suono e la musica. Forse l’uso più antico degli armonici è quello della tradizione hoomi (choomig, xoomij) o canto di gola, scoperto nella regione Tuvia della Mongolia. Il suono era utilizzato per scopi di trasformazione e guarigione, comunicando con gli spiriti della natura e altri tipi di entità. Nel linguaggio vedico del Sanscrito vi è differenza tra suoni interni ed esterni. Esiste il suono udibile chiamato “ ahata”. È anche detto suono provocato ed è il risultato di una vibrazione sul piano fisico. L’altro tipo di suono è l’” anahata”, l’inudibile, ossia i suoni interni sono il risultato di una vibrazione fisica. Quasi tutti possono sentire gli “ahata”, gli “anahata”, invece, possono essere percepiti sono grazie ad avanzate pratiche di meditazione. Mi sono chiesto se gli armonici possono essere il ponte tra gli “ahata” e gli “anahata”, tra suoni prodotti e suoni non prodotti. La fondamentale potrebbe essere il suono provocato, ma gli armonici che si creano non vengono prodotti fisicamente. Forse sono il ponte tra fisico e ciò che è creato in piani più elevati. Un celebre koan zen recita: “Puoi sentire il suono di due mani quando battono l'una contro l'altra, ma ora mostrami il suono di una sola mano" In altre tradizioni occulte e esoteriche, armonici e suoni vocali vengono utilizzati nel corso di cerimonie e riti magici. Sono i “ Nomi di Dio” e i “ suoni dei chakra” che contengono quell’energia che da sempre mistifica il genere umano. Questo linguaggio permetteva agli uomini di comunicare con tutte le creature naturali e potrebbe essere il modo con cui ancora comunicano alcuni cetacei. Anche nella religione cattolica è fatto largo uso di armonici nel canto gregoriano. di Angelo Galietta
Di Admin (del 05/02/2012 @ 12:25:30, in Nada Yoga, linkato 1680 volte)
L’universo vive di suoni e in tutti questi suoni sono presenti gli armonici. Gli armonici, conosciuti anche come ipertoni, sono un fenomeno sonoro che si verifica ogni volta che un suono viene emesso. Normalmente, ci sembra di percepire note singole quando sentiamo uno strumento musicale come un violino o un pianoforte che suonano una nota. Invece, quasi tutte le note prodotte da strumenti musicali , dalla nostra voce o da altre sorgenti sonore, non sono realmente “note pure”, ma sovrapposizioni di frequenze di note pure chiamate parziali. La più bassa di tutte è detta fondamentale. Tutte le parziali con frequenza maggiore della fondamentale sono dette ipertoni. In molti casi non riusciamo a distinguere i differenti ipertoni che stanno risuonando e che contribuiscono a ciò che definiamo il timbro di uno strumento. Differenti strumenti suoneranno tutti gli ipertoni, ma specifici ipertoni sono più evidenti in differenti strumenti. Questi armonici dominanti sono chiamati modellanti e sono la parte dello spettro sonoro dove l’energia è maggiormente concentrata. Gli armonici sono presenti in ogni suono e sono responsabili della caratterizzazione del suono stesso, e costituiscono ad esempio la differenza tra una voce ed un’altra. Essi sono in relazione matematica tra di loro e la conoscenza di queste relazioni era alla base dell’opera architettonica della antiche scuole misteriche, infatti i templi scoperti a Roma, ad Atene e in Egitto erano tutti basati su queste proporzioni. Da un punto di vista matematico abbiamo visto come il suono può essere rappresentato rispetto al tempo con una sinusoide, che è una funzione periodica (di periodo 2∏), ma in realtà ha un andamento più complesso in quanto composto da diverse funzioni periodiche (gli ipertoni). Tuttavia nella fisica generalmente ci si limita a studiare solo l’andamento sinusoidale che è il risultato della combinazione di tutte le funzione periodiche che lo compongono, attraverso il Teorema di Fourier: Qualsiasi funzione periodica di frequenza υ può essere decomposta in un solo modo nella somma di funzioni sinusoidali semplici di frequenza multipla di υ, le cui ampiezze sono univocamente determinate Quindi ogni funzione suono complesso che abbia frequenza u può essere considerato la somma di tanti suoni sinusoidali con frequenza multipla di υ, ed ampiezza univocamente determinata. Denominiamo tali suoni sinusoidali armoniche del suono complesso, per cui possiamo dire che tutti i suoni complessi della medesima frequenza differiscono fra loro unicamente per l’ampiezza delle armoniche. Ogni Suono contiene l’impronta della sequenza degli armonici, un codice paragonabile alla doppia elica del DNA o alla sequenza dei colori dell’arcobaleno. Di seguito è riportata una tabella con un primi 16 armonici creati partendo dalla nota fondamentale Do (v=256 hz): Questi sono gli armonici prodotti delle prime quattro ottave, generati dal primo Do, definito “fondamentale” e che è stato suonato da uno strumento. Tuttavia non sono tutti gli ipertoni prodotti, in teoria la serie di armonici è infinita, con ogni multiplo geometrico della fondamentale che diventa più veloce e più alto. In India la scala che nasce dalle serie armoniche delle prime quattro ottave è conosciuta come “Raga Saraswati”, dove Saraswati è il nome della Dea indiana della musica e della scienza. Naturalmente non tutti gli armonici sono udibili dall’uomo, come abbiamo visto l’intervallo percepibile dall’orecchio umano varia tra i 16 hz e i 20.000 hz anche se poi le cose possono cambiare in funzione di tanti parametri fisiologici. Ad ogni modo senza una buona consapevolezza nell’ascolto non è semplice distinguere gli armonici costituenti un suono. di Angelo Galietta
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