
La fondamentale, o suono base, è la nostra memoria, il nostro centro, la stabilità. Ogni armonica rappresenta una qualità psicofisica. La difficoltà iniziale consiste nel raggiungere la coscienza armonica, cioè nell'imparare a riconoscere gli armonici, tanto interconnessi nel suono da essere difficilmente distinguibili.
La coscienza armonica consente di risvegliare le potenzialità presenti in noi. E' il cosiddetto
terzo orecchio. Il cantante di armonici ha appunto il compito di sensibilizzare l'ascoltatore. Il risveglio comincia dai suoni vocalici. Molti testi esoterici - egizi ed ebraici, arabi e sanscriti, greci e latini, cinesi e giapponesi - fanno riferimento al canto di particolari serie di suoni vocalici. Al di là del profondo significato religioso, parole come
Om ed Amen, Alleluia ed Allah, Elohim ed Eleison sono ricche di suoni vocalici, quindi ricche di armonici, e dunque con un grande effetto psicofisico oltre che spirituale.
Nello “Yoga Sutra",
Patanjali scrive che ogni qualvolta c'è una manifestazione della coscienza, c'è una particolare vibrazione; esiste cioè corrispondenza tra il tipo di vibrazione e lo stato di coscienza in cui si trova una persona.

Molti grandi mistici del passato erano anche musicisti e molte scuole utilizzavano l’esercizio basato sui suoni e lo studio degli armonici come strumento per comprendere i fenomeni dell’universo.
La scuola fondata da Pitagora operava a tre livelli d’iniziazione. Il primo livello, quello degli “acoustici”, insegnava a riconoscere e a mettere in pratica le varie proporzioni musicali. Il secondo livello, quello dei “matematici”, approfondiva il discorso con la conoscenza dei numeri ma anche con la purificazione individuale e l’autocontrollo mentale. Prima di accedere al livello successivo era necessario che il discepolo fosse pienamente consapevole del corpo e nello spirito e delle responsabilità alle sacre informazioni che stava per ricevere. Il terzo e più alto livello d’iniziazione quello degli “electi”, portava all’apprendimento di procedimenti segreti di trasformazione fisica di guarigione con il suono e la musica.
Forse l’uso più antico degli armonici è quello della tradizione hoomi (choomig, xoomij) o canto di gola, scoperto nella regione Tuvia della Mongolia. Il suono era utilizzato per scopi di trasformazione e guarigione, comunicando con gli spiriti della natura e altri tipi di entità.
Nel linguaggio vedico del Sanscrito vi è differenza tra suoni interni ed esterni. Esiste il suono udibile chiamato “
ahata”. È anche detto suono provocato ed è il risultato di una vibrazione sul piano fisico. L’altro tipo di suono è l’”
anahata”, l’inudibile, ossia i suoni interni sono il risultato di una vibrazione fisica. Quasi tutti possono sentire gli “ahata”, gli “anahata”, invece, possono essere percepiti sono grazie ad avanzate pratiche di meditazione. Mi sono chiesto se gli armonici possono essere il ponte tra gli “ahata” e gli “anahata”, tra suoni prodotti e suoni non prodotti. La fondamentale potrebbe essere il suono provocato, ma gli armonici che si creano non vengono prodotti fisicamente. Forse sono il ponte tra fisico e ciò che è creato in piani più elevati.
Un celebre koan zen recita: “Puoi sentire il suono di due mani quando battono l'una contro l'altra, ma ora mostrami il suono di una sola mano"
In altre tradizioni occulte e esoteriche, armonici e suoni vocali vengono utilizzati nel corso di cerimonie e riti magici. Sono i “
Nomi di Dio” e i “
suoni dei chakra” che contengono quell’energia che da sempre mistifica il genere umano. Questo linguaggio permetteva agli uomini di comunicare con tutte le creature naturali e potrebbe essere il modo con cui ancora comunicano alcuni cetacei.
Anche nella religione cattolica è fatto largo uso di armonici nel canto gregoriano.
di Angelo Galietta
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