Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Yangsheng, “l’arte di nutrire il principio vitale” (un’espressione utilizzata da Zhuang Zi), consiste nel seguire un modo di vita regolato da principi di igiene fisico – mentale, che non è proprio del Taoismo e che appartiene alle vecchie tradizioni cinesi; ma il Taoismo l’ha adottato, sviluppato e caratterizzato a modo suo,facendo intervenire il concetto di “Soffio primordiale” (Yuanqi), associandolo a esigenze e a divinità taoiste, come pure a pratiche più specificamente religiose, conferendogli una dimensione cosmica e aggiungendovi il concetto di purificazione e di sublimazione. Le regole di quest’arte, anche quando sembrano superate da nuove tendenze, sono alla base di tutte le pratiche taoiste durante i vari periodi storici – esorcismi, terapie, liturgia, “alchimia interiore” – e hanno continuato a essere oggetto di trattazioni diverse nelle varie epoche.
Quest’arte è tradizionalmente paragonata a quella dell’amministrazione di uno stato: essa consiste nel regolare, e perciò nel curare (i due significati del termine zhi, utilizzato nel senso di “governare”), le forze vitali, cioè principalmente il soffio (qi) e l’essenza seminale (jing). A due principi fondamentali si ispira il corretto utilizzo di queste forze: preservarle evitando di adoperarle oltre misura e inconsideratamente, farle circolare in modo equilibrato, al fine di renderle armoniosamente attive; ogni malessere, ogni difficoltà proviene da una mancanza, da un eccesso o da un blocco, questa è una delle regole essenziali della medicina così come della cosmologia cinese. Lo testimonia la storia del Grande Yu, uno dei santi patroni del Taoismo, il quale seppe “guarire” (zhi) la Cina dalle “Grandi Acque”, non costruendo sbarramenti, come suo padre che fallì nell’impresa, ma aprendo alle acque vie naturali, nel senso delle linee di forza della geografia terrestre. Da ciò deriva che bisogna conoscere la carta del mondo e quella del corpo per sapervi guidare e farvi circolare le forze vitali.
La venerabile arte del nutrimento della vitaQi gong significa “lavoro sull’energia vitale” e consiste in una serie di esercizi e di tecniche il cui fine è quello di operare un’azione di equilibrio dell’organismo.
Il Qi gong permette di ottenere risultati meravigliosi a chi lo pratica con costanza e serietà. Sono documentati molteplici casi di guarigione da numerose malattie. Tante persone che non riuscivano quasi più a camminare, a causa della loro debole condizione, ora conducono una vita molto attiva e soddisfacente.
Questo è possibile perché secondo il modello cinese, il nostro organismo è governato da fiumi energetici, denominati meridiani o canali, attraverso i quali il Qi (l’energia vitale) scorre con un ritmo particolare.
Lo stress, le malattie e la cattiva alimentazione possono determinare degli ingorghi all’interno di questo sistema ed alterarne la funzione che sfocia lentamente in patologia organica.
Nella antica arte del Qi gong si fondono e si coordinano tecniche di respirazione, visualizzazione, movimento ed l’emissione di particolari suoni in grado di armonizzare il funzionamento dei meridiani e la salute dei relativi organi connessi.
Uno stato avanzato permette di ottenere, attraverso un lavoro profondo, una miglioramento concreto del proprio stato di salute psicofisica ed una consapevolezza intima di se stessi non facilmente raggiungibile.
Cenni storiciÈ difficile stabilire con certezza quali siano le origini del Qi gong, poichè la sua nascita si perde nella notte dei tempi. di sicuro può vantare una storia millenaria, in cui nella realtà e nella leggenda uomini straordinari della Cina antica hanno contribuito alla sua creazione. Nel corso dei secoli si sono sviluppate molte scuole di Qi gong in Cina, con fini differenti.
Di seguito elenchiamo le maggiori:
Scuola confuciana, che spinge al perfezionamento del carattere e del comportamento, attraverso lo sviluppo delle virtù.
Scuola taoista, che tende a ricreare il rapporto (perduto) tra il microcosmo (Uomo) e il macrocosmo (Natura) poichè entrambi regolati dalle stesse leggi, quelle del Tao.
Scuola buddista, che attraverso la consapevolezza dell’inganno dell’io, si allontana dall’illusione per ricercare l’illuminazione.
All’interno di queste scuole di saggezza, si sono venute a creare alcune differenze a causa dell’ambiente e del tempo nel quale si sviluppavano. Ad esempio si possono distinguere diversi settori del Qi gong:
Dao Yin utilizza prevalentemente i movimenti corporei, per dirigere il flusso del Qi (energia) in specifiche zone dell’organismo al fine di sciogliere blocchi ed affinare la percezione del Qi.
Tu Na pone l’accento sulle tecniche respiratorie e i suoni.
Nei Dan mette in risalto le capacità mentali per sviluppare l’alchimia interna.
Chan Ding ricerca il vuoto mentale attraverso la pratica statica della meditazione Chan. Infine possiamo dividere ulteriormente il Qi gong in tre correnti principali:
Il Qi gong medico, il più antico, si è sviluppato per curare e soprattutto, prevenire le malattie.
Il Qi gong religioso, praticato nei monasteri, concentra le sue pratiche verso un’evoluzione dello spirito (illuminazione).
Il Qi gong marziale, si è diffuso nelle scuole e nei monasteri dove era praticato il Kung Fu, alfine di ottenere un potenziamento elle attività atletiche e della forza vitale. Un esempio: all’interno del monastero Shaolin, nella regione dell’Honnan, insieme ai vari stili marziali i monaci praticavano il Qi gong per molteplici scopi. Alcune tecniche praticate nel monastero erano le seguenti:
Yi Jin Xi Sui Jing (cantonese = Yi Gan Gin): Il classico dei tendini e dei midolli.
Pa Tuan Chin (canton. = Pa Tin Kam): Gli otto pezzi di tesoro.
Wu Qinxi (cant. = Mm Kam Mei): Il gioco dei cinque animali.
Shi Pa Lohan Qi gong (cant. = Sap Pa Lohan Qi gong): Il qi gong dei 18 Buddha.
È proprio nel monastero Shaolin, che il grande maestro Wong Long studiò il Kung Fu ed anche il Qi gong. Esso ritenne basilare per lo sviluppo equilibrato dell’allievo che pratica le arti marziali apprendere almeno i rudimenti di questa venerabile arte e ne mantenne la pratica nel programma di studio dello stile “Tang Lang”.
Questi esercizi, dopo circa mille anni sono arrivati fino a noi, grazie ai Maestri che succedettero a Wong Long. Di seguito riportiamo alcune note di grandi maestri che praticarono il Qi gong:
Hua Tuo, questo maestro è una figura cardine della medicina cinese. Si pensi che in passato i pazienti che guarivano da una malattia, regalavano al medico una tavoletta, che riportava la scritta “un secondo Hua Tuo”. Egli visse oltre cento anni tra il secondo e il terzo secolo: le cronache dell’epoca riportano addirittura che a cent’anni veniva definito l’immortale, per il suo aspetto ancora giovanile e la sua prestanza fisica. Hua Tuo è stato uno dei precursori del Qi gong. Egli ideò la sequenza famosa dei cinque animali: movimenti calibrati che imitano l’andamento e la postura della tigre, dell’orso, della scimmia, della gru e del serpente.
L’efficacia di questi esercizi è tale, che vengono ancora praticate nelle strutture sanitarie cinesi e da allievi e maestri in tutto il mondo.
Sun Simiao: nato nella provincia dello shaanxi, si rivelò subito un genio precoce: a sette era capace di riconoscere migliaia di caratteri. Dal fisico piuttosto gracile, soffrì fin da piccolo di molte malattie. I genitori per scarse possibilità economiche per le spese mediche sostenute, spinsero Sun Simiao ad intraprendere gli studi di medicina a 18 anni. Apprese quest’arte alla perfezione. Curò se stesso così bene da vivere una vita lunga e fruttuosa e diventò presto famoso in tutto l’impero. Sottolineò l’importanza del movimento fisico, specie per gli anziani:
“…il corpo umano richiede un continuo esercizio fisico, non bisogna però strafare. Un regolare esercizio aiuta, la digestione, stimola la circolazione e aiuta il corpo a resistere alle malattie. È così che i cardini di una porta non vengono mai erosi dalla ruggine e l’acqua corrente non diventa mai putrida… Se non ti senti in forma alzati e fai il gioco dei cinque animali…”
Li Shizhen: definire Li Shizhen medico sarebbe troppo riduttivo. Egli è stato una delle più grandi menti che il mondo abbia mai conosciuto, un vero e proprio innovatore. Il suo sapere era enciclopedico e i suoi trattati all’avanguardia; ciò nonostante nei confronti dei suoi pazienti si comportò in modo sempre attento, umile e rispettoso, a prescindere dal loro ceto e dalle loro condizioni fisiche.
Yang Lu Chan: all’età di 15 anni mendicava perchè non aveva da mangiare. Giunse a casa del maestro Chen Wang Ting in cerca di lavoro. Fu per pietà accolto in casa e gli fu concesso di lavorare come inserviente. Mentre il maestro insegnava esclusivamente ai suoi figli e ai suoi nipoti il “Tai Ji Quan”, lui spiava di nascosto le lezioni. Per non essere scoperto, praticava di notte l’arte segreta del “Tai Ji Quan”. Per ben nove anni si esercitò di nascosto, un giorno fu scoperto e questo fece adirare molto il maestro Chen. Il maestro si sentì tradito, derubato delle sue tecniche così inviò alcuni discepoli per punirlo. Ma Yang riuscì a sconfiggerli tutti. Chen rimase colpito di come un ragazzo che aveva studiato di nascosto, da solo, era giunto ad un livello superiore dei suoi allievi. Allora decise di prendere Yang sotto la sua ala, insegnandogli le arti segrete del “Tai Ji Quan”.
Successivamente, seguendo le indicazioni del suo maestro Yang si misurò con molti avverasari in tutta la Cina e non fu mai sconfitto. Appena qualcuno provava a toccarlo, veniva respinto via come se volasse.
Wang Xian Zhai: il popolo lo chiamava l’immortale vivente. Questo maestro era riuscito ad arrivare ad un livello tale di Qi gong da non sembrare umano. Ad esempio, se si trovava in una stanza poteva dire esattamente cosa stava pensando ciascuna persona presente.
Fang Yu Tong: ne era un profondo conoscitore e scrisse anche un libro sul Qi gong. La sua energia vitale gli permetteva di uccidere un toro a mano nuda.
Low Kwan Yu: era anch’esso un esperto di Qi gong; era soprannominato “stomaco d’acciaio” per la capacità che aveva di proteggere l’addome con il suo Qi da qualsiasi colpo.
YIN-YANG
Il Qi gong, così come tutto il pensiero cinese, si basa fondamentalmente su due concetti: lo Yin e lo Yang. Anticamente il carattere Yin rappresentava il lato in ombra di una collina, mentre lo Yang rappresentava il lato al sole della stessa collina.
Questa è l’esatta etimologia antica. I cinesi non volevano restringere in un solo campo tutte le possibilità semantiche di questi due termini. Yin potrebbe raffigurarsi anche nella terra, intesa come materiale, cedevole, qualcosa che stà in basso.
Lo Yang è paragonabile al cielo; il cielo è alto e dà un “regolamento” al susseguirsi delle cose (per es.: l’alternarsi delle stagioni). Lo Yang dà una regola e lo Yin si adegua. Tanto più questi ruoli sono rispettati, tanto più esiste un’armonia totale.
Il Qi gong ha lo scopo di regolare ed armonizzare lo Yin e lo Yang.
Nel corpo lo Yin è la parte di “terra”, la parte più propriamente materiale, mentre lo Yang è la psiche. Se tra corpo e mente c’è armonia, noi siamo rilassati e stiamo bene.
Il libro cinese “I JING” è il testo sacro che racchiude questi principi.
I TRE TESORI
La tripartizione è ricorrente nel taoismo: si pensi a cielo, uomo e terra, o ancora a corpo, respirazione e spirito. Nell’uomo vi sono inoltre tre importanti nuclei di energia che in cinese sono chiamati Dan Tian, ossia “campo di cinabro”.
Il Dan Tian Inferiore si trova sotto l’ombelico, al centro del ventre.
Il Dan Tian Medio si trova nellaq zona del cuore, al centro del petto.
Il Dan Tian Superiore nel cervello, al centro della fronte.
Jing (essenza), Qi (vitalità) e Shen (coscienza), vengono considerati i Tre Tesori della vita.
Lo Jing è formato dall’essenza del sangue, dall’energia di ovaie e sperma, dagli ormoni e dai liquidi organici (sudore, urina, liquidi linfatici e sinoviali).
L’energia originaria è anch’essa una parte del Jing. Lo Jing è un’energia piuttosto grossolana e pigra.
Conservare quest’essenza è uno dei grandi segreti taoisti. Potrebbero derivarne salute, longevità, forse addirittura l’immortalità. Lo Jing, tuttavia, per essere conservato ed immagazzinato all’interno del corpo, deve essere prima raffinato, per poter essere conformato al Qi del proprio corpo. Con tecniche come per esempio la respirazione ovarica. In questa tecnica l’energia delle ovaie, uno dei componenti del Jing, viene liberata ed immessa nella Piccola Circolazione energetica. Scorrendo nella circolazione lo Jing diventa il Qi più raffinato, che carica e rivitalizza tutto il corpo creando le condizioni per avere salute e lunga vita. I taoisti partono dal presupposto che, per produrre ovuli e sperma, il corpo impiega o libera soltanto le essenze e le sostanze migliori. Perciò sconsigliano di sprecare inutilmente e senza starci a pensare questa preziosa energia.
Esistono speciali tecniche sessuali per le donne allo scopo di preservare l’esergia sessuale e sfruttare l’energia dell’ovulo.
Gli uomini, invece, imparano a utilizzare l’energia dello sperma mediante la respirazione testicolare e la consapevole separazione tra eiaculazione ed orgasmo, riuscendo a restituire volontariamente al corpo l’energia dello sperma.
Il Dan Tian inferiore viene chiamato anche “oceano del Qi” o “campo medicinale”. Vi viene raccolta la maggior quantità possibile di energia e di essenza, per poter sviluppare il campo medicinale interiore, la medicina interna.
Nelle pratiche progredite vi viene formata addirittura una “pillola” o “perla”. Lo sviluppo del campo medicinale è il fondamento dell’autoguarigione.
L’esercizio di centratura o lo sviluppo della forza interiore sono esercizi adatti allo scopo. Prima di iniziare a raccogliere ed accumulare Qi e sangue nell’utero, le donne dovrebbero liberarsi da ogni sentimento opprimente, da ogni impressione negativa e da tutti i vecchi traumi. Nell’utero, infatti, si raccolgono molte di queste esperienze dolorose. In particolare le donne con miomi, cisti e problemi simili, non dovrebbero mai cercare di accumulare energia nell’utero prima di essersi curate.
La forza vitale Qi è un’energia più raffinata e uniforme rispetto al Jing. Può essere tradotta anche con energia, aria o respirazione.
Il Qi conferisce al corpo vitalità, elasticità e calore. Nel silenzio e con l’amore, grazie all’energia del cuore, il Qi viene trasformato in Shen, in coscienza, in condizione dell’essere. Lo Shen è coscienza, ovvero forza spirituale. Lo Shen non è una forma di energia, ma una condizione della coscienza.
Per approfondire si consiglia la lettura del testo:
di Vincenzo Adinolfi

Una delle caratteristiche che rendono unico l’uomo rispetto agli altri animali è
il linguaggio.
In effetti se analizziamo la fisiologia degli organi utilizzati nel linguaggio, si evidenzia che essi non sono funzionali né alla masticazione (per via della riduzione della mascella) ne’ alla respirazione (dato l’angolo retto che si crea tra il cavo orale e la faringe, che aumenta la resistenza al flusso d’aria), né alla deglutizione, né all’olfatto.
La funzione per i quali essi sembrano ottimali è la produzione del linguaggio.
In realtà la conformazione ottimale degli organi del linguaggio si forma a partire dai due anni di età, prima vi è grande difficoltà temporanea per il bambino (e definitiva per il primate) ad emettere le tre vocali
i – a – u da molti considerato il “
triangolo vocalico universale” presente in tutte le lingue umane.
I principali organismi interessati nella produzione del linguaggio sono:
- Polmoni
- Laringe
- Bocca
- Cavità nasali
Quando l’uomo parla utilizza l’aria espirata e le dà forma attraverso la voce e l’articolazione. Ne risultano delle forme particolari. Non visibili ma udibili, forme aree sonore. Queste forme tendono sempre ad assumere la stessa figura disperdendosi poi nell’aria circostante.
Osserviamo ora i polmoni.

I polmoni sono gli organi preposti allo scambio gassoso nel nostro corpo e a tale scopo si muovono in modo ritmico. Il
ritmo è una componente fondamentale nella strutturazione del suono. In realtà ciò che è contenuto nel tronco soprattutto nella parte superiore, sottostà ad un ritmo, non solo nella funzione degli atti respiratori e battiti cardiaci, ma anche nella struttura:
le vertebre poggiano una sull’altra, le costole, anche il sistema bronchiale è strutturato ritmicamente.
Ma in realtà il ritmo è in ogni cosa. Un detto Sanscrito recita:
“Il tono è la Madre della natura, ma il ritmo ne è il Padre.” Il ritmo può essere visto come la legge del movimento, il ritmo è l’espressione stessa della vita.
Se riflettiamo l’intero organismo umano lavora ritmicamente, il respiro, il cuore, la fame, la sete….ed il rompersi di questo ritmo è chiamato
malattia. Non a caso i medici durante una visita ascoltano innanzitutto il ritmo del polso insieme al movimento del torace, ecc….
Vi è una superstizione tra gli Indiani, quando qualcuno sbadiglia uno dei presenti deve schioccare le dita o battere le mani, poiché lo sbadiglio è un’interruzione del ritmo e lo schioccare delle dita serve per riportarlo alla sua normale frequenza. Un altro esempio lo troviamo nei giovani che imparano il Corano a memoria, che muovono il capo avanti e dietro, non in segno di riverenza ma per regolare il loro ritmo cardiocircolatorio in modo da rendere la mente recettiva.
Cosi quando parliamo, la corrente espiratoria non fluisce in modo lineare, come nella respirazione abituale, ma in onde aeree che fuoriescono dalla bocca e strutturano il discorso ritmicamente. In particolare quando vengono articolate le consonanti, vengono creati degli ostacoli al flusso aereo che modificano la forma dell’aria.
Alcuni studiosi affermano che gli attuali polmoni sono il risultato della trasformazione di organi che possiamo ancora trovare nei pesci (una sorta di branchie) le vesciche natatorie che tra l’altro sono funzionali anche al movimento all’interno dell’acqua. Nella
Genesi è scritto: “Il Signore Iddio soffiò il suo alito vitale nelle narici dell’uomo. E l’uomo diventò un’anima vivente”. Questo passo descrive il momento dello sviluppo dell’uomo in cui questo passa dalla respirazione branchiale a quella polmonare, e come sosteneva
Steiner: con la capacità di respirare l’uomo accolse un’anima interiore….di fatto l’aria è un elemento animico e quella che respiriamo può essere vista come l’abito fisico di un’anima superiore.
Con l’inspirazione ascoltiamo il cosmo, facendo fluire nel corpo gli influssi spirituali dell’aria che danno forma al corpo. Noi non riusciamo ad udire questa lingua ma gli organi interni si.
Quando parliamo siamo noi che comunichiamo al cosmo creando delle forme con l’aria espirata.
Continua....
di Angelo Galietta